FOCUS - Un passo per due gambe
Sì o no? Ne avremo le scatole piene di sentirci porre questa domanda… di referendum si è parlato per quasi tutto il 2016. Ma la democrazia è anche questo e il popolo è chiamato in queste occasioni a prendere decisioni che forse non gli spettano nemmeno troppo ed è Voltaire che ha ribadito proprio il principio del «tutto per il popolo, nulla attraverso il popolo» ma per il semplice fatto che a volte il troppo attaccamento a qualcosa o a qualcuno (chiaro esempio è stato il legame con padre Casimiro) spinge il battito nel petto ad avere la meglio sulle facoltà intellettive di noi umani, animali come gli altri mammiferi. Oddio, proprio paragonarci ad animali forse è eccessivo ma, davvero, a volte il battito nel petto riesce a prendere il sopravvento e ad opprimere anche la mente. È come sentire il grillo parlante che, sulla spalla destra, sussurra nell’orecchio qualcosa che forse non è proprio nuovo…
Andiamo un attimo indietro nel tempo, non troppo, rimaniamo in periodi democratici. Negli anni Novanta, l’Amministrazione Zolla, fece una proposta folle e al limite del manicomio… non è che potremmo unire le Quarne? Se l’apparenza porta a pensare che si tratti di un’idea balzana, riflettendo un attimino, forse si potrebbe concludere che proprio così pazza non era. Comunque no, dai, sembra esagerata questa idea, pensa… E le tradizioni? Le associazioni? Il nostro municipio? Dove li mettiamo? Che ne sarà? Ah, però effettivamente l’unione porta solo ad un cambiamento del nome, nessuno dei due paesi sarà oppresso dall’altro… sì, va bene, il problema è che il cambiamento non si sa a cosa potrebbe portare… ma non è possibile vivere con la paura al proprio fianco, come fosse una badante!
L’oblio e quel profondo pozzo chiamato dimenticatoio risucchiarono senza pietà ogni possibile conclusione. «La storia si ripete» diceva lo storico ateniese Tucidide (e parliamo di 2500 anni fa!). Un passo, ieri, è stato compiuto, le gambe sono due: anche l’altra deve spingere il piede in avanti altrimenti il tutto si ferma.
Andiamo un attimo indietro nel tempo, non troppo, rimaniamo in periodi democratici. Negli anni Novanta, l’Amministrazione Zolla, fece una proposta folle e al limite del manicomio… non è che potremmo unire le Quarne? Se l’apparenza porta a pensare che si tratti di un’idea balzana, riflettendo un attimino, forse si potrebbe concludere che proprio così pazza non era. Comunque no, dai, sembra esagerata questa idea, pensa… E le tradizioni? Le associazioni? Il nostro municipio? Dove li mettiamo? Che ne sarà? Ah, però effettivamente l’unione porta solo ad un cambiamento del nome, nessuno dei due paesi sarà oppresso dall’altro… sì, va bene, il problema è che il cambiamento non si sa a cosa potrebbe portare… ma non è possibile vivere con la paura al proprio fianco, come fosse una badante!
L’oblio e quel profondo pozzo chiamato dimenticatoio risucchiarono senza pietà ogni possibile conclusione. «La storia si ripete» diceva lo storico ateniese Tucidide (e parliamo di 2500 anni fa!). Un passo, ieri, è stato compiuto, le gambe sono due: anche l’altra deve spingere il piede in avanti altrimenti il tutto si ferma.
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