Rimpatriata dell’Omegna Calcio della “C” a Quarna - Fotogallery
QUARNA SOPRA, Belvedere - Quando i ricordi sono ben stretti nella mente e riportano a momenti di gloria non si può che farli riaffiorare tutti insieme ripensando a come i tempi siano passati veloci ma in realtà siano incancellabili.
Sono passati quarant’anni ma il legame con il Belvedere è rimasto; con un po’ di nostalgia e curiosità spiace non trovare più quell’albergo e quell’uomo, Rino Mattioli, che per otto anni, tra i Settanta e gli Ottanta, aveva accolto il grande Omegna Calcio che nella stagione 1976/77 espugnò la serie D conquistando un posto nella terza serie per la stagione 1977/78. Ma il tempo scorre e le cose cambiano: ora l’Omegna è in Promozione (sesta serie), ora l’albergo Belvedere è il centro Mandali.
Ieri, sabato 10 giugno, l’area dell’ex tiro al piattello ha accolto la gioviale rimpatriata della Grande Omegna con l’allora presidente Mimmo Cane, il mister Diego Zanetti e Gianni Bracchi, segretario. Tra un aneddoto e l’altro si è trovato il tempo anche per la grigliata che il nostro compaesano Pasquale Corbetta con il giornalista di "Radio Sole" Roberto Cominoli avevano previsto per questo ritrovo. Non poteva passare indimenticata la storica e amara sconfitta del 6 giugno 1976 al “Piola” di Novara contro la Biellese: erano gli spareggi per la promozione in C e il risultato di 1-1 a pochi attimi dal termine del secondo tempo supplementare quando il pallone fermo tra le mani del portiere Gianni Colombo fu colpito con un pugno e sarà poi buttato in rete chiudendo la partita con la convalida del gol da parte dell’arbitro e la successiva invasione di campo dei cinquemila tifosi omegnesi scatenati per l’ingiustizia di quanto successo. Fu questa sfortunata sconfitta a portare il presidente Mimmo Cane a voler vincere a tutti i costi il campionato l’anno successivo; si mosse di conseguenza riuscendo ad ingaggiare nuovi ragazzi formando quella squadra che nel 1977 venne promossa all’allora campionato semiprofessionistico; i calciatori infatti godevano di un rimborso spese che però non era sufficiente e quindi tutti o quasi praticavano un lavoro. La tenacia dei ragazzi, della società e del mister fu la chiave vincente che permise all’Omegna Calcio di far vivere alla propria città un sogno che ancora oggi è nel cuore di chi a quel tempo seguiva tutte le sue prodezze come Nicola Binda, giornalista omegnese de "Gazzetta dello Sport" presente a questa rimpatriata che con nostalgia volge indietro alla sua adolescenza, a quel periodo, e alla sua mente affiorano le immagini dei suoi idoli che ha rivisto dopo tanti anni un po’ invecchiati ma ancora carichi: «Gli anni dell’Omegna in C erano quelli del benessere – dice Binda – c’erano la Girmi, la Bialetti, la Lagostina, l’Alessi: era una città ricca. Le Brigate Rosse le vedevamo solo in televisione. Ricordo le trasferte: si partiva da Omegna con i pullman al mattino perché si giocava al pomeriggio e si affrontavano lunghissimi viaggi. Luoghi come Imperia o Sanremo, ora raggiungibili anche in un paio d’ore, sembravano lontanissimi: bisognava arrivare fino a Greggio dove si prendeva l’autostrada».
La suggestiva coreografia della terrazza dell’ex tiro al piattello con il lago d’Orta sullo sfondo, il profumo della brace e il buon vino in tavola non potevano che rendere una magnifica giornata di sole già estivo ancor più indimenticabile per consolidare quell’amicizia e quei momenti nati negli spogliatoi e sul campo o sulle tribune che solo chi ha vissuto il calcio come un vero sport può conoscere.
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Intervista a Diego Zanetti e Mimmo Cane di Vco24: Video-intervista
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